La calma del benessere, delle invenzioni. Gli aspetti tridimensionali degli oggetti concreti e umani, per una ricerca nel pensiero individuale. Il periodo delle diciotto lettere contenute, raggiunge d’agosto 2005 a marzo 2007. E' disponibile nei formati libro, e-book e audiolibro nelle lingue italiano, inglese, francese e spagnolo.
La vera gioia che il nostro tempo restituisce tramite le esperienze, cosa lo ha già creato secondo delle spiegazioni sugli avvenimenti, e le loro soluzioni. Il periodo delle sedici lettere contenute, raggiunge d’aprile 2007 a ottobre 2008. E' disponibile nei formati libro, e-book e audiolibro nelle lingue italiano, inglese, francese e spagnolo.
Rappresentazioni in forma filosofica o matematica per riuscire a trovare la giusta quantità di moto, il divenire delle proprie esperienze, dei propri sogni nelle loro realtà senza problemi di base. Il periodo delle ventuno lettere contenute, raggiunge da dicembre 2008 a luglio 2010. E' disponibile nei formati libro, e-book e audiolibro nelle lingue italiano, inglese, francese.
Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente. Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze, il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013. E' disponibile nei formati libro, e-book e audiolibro nelle lingue italiano, inglese, francese e spagnolo.
• Senilità
Ci ritroveremo, l’un l’altro di fronte,
con gli occhi stanchi di spiare
tra le rughe i segreti
che il tempo ha cancellato.
Se prima non tacerà la mia
o la tua voce,
muti, ascolteremo parole non pronunciate,
forse sconosciute o mai capite;
limpide verranno a noi per essere;
e, in noi, anche il conforto
che non avemmo.
Molti furono gli arrivi mai raggiunti;
attratti alla meta con l’inganno,
non tutti ambiti e forse mai sognati,
viviamo tra il dubbio del volere
e l’incertezza del raggiungere.
Chi di noi due l’avrà voluto
nessuno lo saprà;
né d’uopo o d’aiuto sarà conoscere
colui al quale addossare la colpa.
Quanti talenti sono stati spesi
e quanti rei abbiamo assolto!
Nessuno mi sarà più caro e nulla
maggior rimpianto della vita
che ho dissipato;
eppure, niente rinnego
del mio passato
anche se dolore tanto mi procura.
Inchinati, davanti all'ara,
ci aspetta un Dio;
una nebbia profumata
spargerà intorno per assopire
l’anima ribelle e perch’io colga
quella quiete che, pur cercata,
non ho mai trovato: in fine
noi slegheremo il vincolo mortale
forse per un’altra meta,
o, per l’ultima volta,
per un altro fosso?
• Intimità
Crepita la legna nel camino
e la fiamma tremolante si ravviva
ai piedi del divano lì di fronte;
(un braccio intorno al collo)
pende la mano sul suo seno:
distratta, si culla col respiro
sobbalza ogni tanto al suo sospiro.
Un vaso di cristallo a centrotavola
riprende dal fuoco e mi fa gioco;
scherza con le ombre tutt'intorno
e ruba dai miei occhi la sua presenza
Vedo come ieri e l’altro prima
parvenze di passanti sempre in corsa;
ognuno alle stanghe si trascina
un carro traboccante di macigni
col rischio di schiacciare chi li porta
lontano non sa dove e tutti in coda.
Mi vedo tra di loro messo in fila
stentare la fatica che m’uccide;
sento la certezza sulla pelle
e la fine di questo viaggio più vicina.
Nulla lascerò alla mia donna
di ciò che questa vita mi produsse;
ma a lei e ai figli che ho amato
la fiamma che non brucia questi fogli,
l’amore che si spande dalle braccia.
Saranno queste righe la mia brace
e in essa voi, frutto del tempo
che mi manca, nudo il mio corpo riporrete
nel grembo della madre senza pianto
perché l’orma vera troverete
del passo che non lascio tra gli oggetti.
• L’infermo
Lassù, solitario fiore,
se ai piedi della scogliera
su cui dalla vetta tu spii l’orizzonte
anche la mia solitudine che non ha conforto,
chi ti sosterrà nel gioco
se nessun fratello mai
ti darà tua madre?
I miei silenzi vagheggiano il tuo cielo
tal ché l’erta mi appare
simile al muro che la bocca mi asseta.
E’ un’immensa folla che m’impedisce
di avvicinarmi al pozzo;
è tale che, invalicabile, s’erge
e più accesa rende la sete
- quante travi dovrò rimuove
perché legato alla lettiga
dal tetto dentro io mi cali? -
Oh riva ghiaiosa che accogli da sempre
l’urlo del mare in tempesta e,dolce,
l’acqua schiumosa della cresta dell’onda
poi solerte cancelli nel deflusso ogni ombra
perché non la porti
ove il vento nel cielo incontra lo scapo
e l’orlo celeste sfiora il petalo d’oro,
in alto solleva il mio corpo
per poterlo calare dal foro
giacché l’alta marea non arriva
dove l’agave affonda le proprie radici!
Oh sorgiva lontana
- irraggiungibile dal passo malfermo
e da mani che non tengono gli appigli –
lascia che da una vena d’acqua
anche una sola goccia io beva!
Divina sorgente di pianta spinosa,
rendi l’ardore al passo
che l’infermo non muove;
al collo e alle ginocchia la forza poi
di piegarsi alle carezze del vento che vela
il respiro e la mano pietosa
di un Dio in attesa
che una flebile voce
chieda perdono all'agave e allo scoglio.
• Voli di rondinella
Al nido lasciato alla grondaia
l'altr'anno, intenta all'opera,
vedo tornare la rondinella
in voli che a contarli
la mente mia stancano.
Invincibile; nessuno attenta il fare
né da altri attende il via
per spiccare il volo;
col becco lega al passato
la materia inerte, poi riparte;
disegna nel cielo
una parabola cadente prima,
indi, in veloce ascesa,
scompare oltre i palazzi.
Ahi vita! - Ben sapendo che la malta
e la cazzuola solo sul tuo braccio
faranno peso – lontana dallo spirito,
la libertà del fare tieni in altre mani;
infruttuose attese nutrono i tuoi dubbi
giacché tempo e condizioni non ha il volo
e altrove sarà ben presto primavera.
• Madonna
Sangue si vuole che scorra
come se il dolore sul viso
la lacrima in sé non tenga;
Madonna, la divina concezione
ti volle madre e tu, Immacolata,
Pellegrina, da Betlemme fuggisti
verso quella terra che lasciarono
i figli dei padri generati da Isacco;
Diletta fosti per quel bambino
affidato alle tue cure
per preparare l’agnello
al grande sacrificio.
Madre dei miei fratelli in Cristo,
volgi al Padre che ti assunse in cielo
il tuo sguardo amato e, limpida,
la tua pupilla ordisca intercedere
pace al dolore che m’affligge.
Gli orli degli abissi il piede incide
e tanto ambito s’è fatto il fondo
che il silenzio eterno infine
prediletto diviene agli stentati giorni.
Oh Madre dalle gote bianche
che nessuna lacrima ha rigato a fondo
giacché in essa
Iddio volle si scaldasse il cuore,
tienimi per mano e lascia
ch'io nel pianto goda
del caldo tepore di quel seno
che fu conforto a mio fratello
salvatore e martire quando
su di sé volle portare il peso
anche della mia croce.
• Ricordo Valsinni
Un riccio di cespuglio nella roccia,
non nel mio cuore deserto e brullo,
ostenta un fiore che non sboccia.
Costruirò per lui un letto o una culla
senza bruciare il cielo sull'altare,
ma con null'altro e poco incenso
cospargerò lo spirito decomposto
d’un uomo vivo che si sente morto.
Lassù, aldilà delle Gravine, ove
col sole regna il silenzio delle cicale,
sperduto e solo, alla tua dimora
volgo il mio pensiero, cara Isabella,
e dal Favale nel tuo bel canto
vive il paese, la vergogna e l’onta
nella memoria del fratricidio:
corre lungo la riva nel fondovalle
il tuo destino; ride la morte
tra i tuoi capelli con l’acqua
che scende al mare e rilava
vecchi lapilli. Più su, odorosa,
tra i verdi e i calanchi
profuma la ginestra; e nulla
ricorda ai passeri l’antica torre
ove il tempo ha cancellato tutto:
i tuoi paesani cercano il riscatto
nel tuo nome e a sera il verso.
S’io non fossi qui a contemplare
il volo del rapace a cui somiglianza
tende il mio dispiego d’ali,
dalla mia tristezza non saprei fuggire,
cieco la sabbia farebbe il cuore
e seppellito da improvvisa duna
per nascondere a voi quel fiore
che nel frattempo è nato
sulla rupe a picco
di questo mio sgomento.
Classico, c’è un mondo di persone che non capirà oggi, l’argomento resta chiuso, il mondo pulsa o il tuo palpito, i tuoi battiti. Il retro progresso… e tu cosa vorresti fare? Oggi tu le persone non le capirai. Il resto della realtà… sai diventa difficile, bisogna sempre fare un discorso.